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Sagona è il progetto di Luca Faccenda, nato tra le colline dell’Alta Val d’Ambra, in provincia di Arezzo. Un angolo di Toscana poco battuto, duro, vero, dove l’altitudine, il bosco e le rocce calcaree fanno da cornice a un’agricoltura essenziale, quasi silenziosa.
Qui Luca coltiva vecchie vigne di Sangiovese e Trebbiano secondo i principi della biodinamica, su suoli poveri e sassosi, con rese minime e lavoro esclusivamente manuale. Il suo approccio è radicale ma mai ideologico: nessuna chimica, nessun irrigazione, nessun compromesso.
In cantina, lo stile segue la stessa linea: fermentazioni spontanee, uso di legni neutri, lunghi affinamenti in botti grandi, zero filtrazioni, solforosa bassissima o assente. Ogni vino è il risultato di una materia prima che non ha bisogno di essere aggiustata.
Il risultato è una gamma di vini tesi, minerali, austeri, che non cercano ammiccamenti ma raccontano una terra ruvida con precisione e finezza. Bottiglie che rifuggono l’omologazione e portano avanti una visione chiara, contadina, personale.
Sagona è Toscana di montagna, verticale, limpida. Per chi cerca vino con sostanza, roccia e verità.
Fon Fon 2022 è il bianco più selvatico e tridimensionale di Sagona. Trebbiano Toscano in purezza, da vecchie vigne ad alta quota, coltivate in biodinamica tra i sassi e il bosco dell’Alta Val d’Ambra (Arezzo). Suolo povero, tensione naturale, radici profonde.
Fermentazione spontanea, macerazione sulle bucce di 5–6 giorni, poi affinamento lungo in botti grandi usate e cemento, senza chiarifiche né filtrazioni. Solforosa minima, solo se serve. Vino che si fa da solo, con pazienza e silenzio.
Al naso è dritto e terroso: agrume maturo, resina, fieno, gesso. In bocca è strutturato ma affilato, con una salinità che spinge, un sorso pieno ma mai grasso, e una chiusura amara e asciutta che pulisce e rilancia.
Fon Fon è vino agricolo e verticale. Un bianco da masticare, che racconta il suolo prima dell’uva.